ORTOGNATODONZIA
Generalita’
L'ortodonzia è la branca dell'odontoiatria che si occupa della prevenzione e cura delle malocclusioni.
Il termine ortodonzia significa "denti dritti", mentre malocclusione vuol dire "cattivo morso" , oppure, in altre parole, "cattiva relazione di contatto tra i denti dell'arcata superiore e quelli dell'arcata inferiore".
Anche se le malocclusioni non provocano gravi danni alla salute, possono comunque avere notevoli effetti negativi:
1. sulle relazioni sociali rendendo meno piacevole l’estetica del viso
2. sull’igiene orale rendendola più difficile ed aumentando il rischio di carie e gengivite
3. sulla masticazione innescando quei disturbi articolari così fastidiosi e di complicata risoluzione
La causa di molte malocclusioni va ricercata nella genetica del paziente, si parla quindi di cause ereditarie, ma altre si sviluppano per motivi cosiddetti "ambientali". A volte ambedue i fattori si associano, dando luogo ad alterazioni di crescita dei mascellari e di sviluppo della dentizione che determinano, in ultima istanza, disarmonie nella forma del viso e nell'estetica del sorriso, oltre a malattie a carico dell'apparato masticatorio (da qui gli altri nomi della branca che sono: ortopedia dento-facciale e ortognatodonzia). Tra i fattori di rischio di malocclusioni legati all’ambiente ricordiamo:
1. i traumi delle ossa mascellari che provocano uno sviluppo non regolare dello scheletro facciale
2. la perdita precoce di un dente da latte che può portare alla perdita dello spazio a disposizione per l’eruzione del corrispondente dente permanente
3. le abitudini viziate, come l’uso del succhiotto per troppo tempo, il succhiamento del dito, mrdicchiare le unghie o altri oggetti (penne e matite). Nel momento dell’eruzione, quando si trova a spuntare dalla gengiva, il dente può essere facilmente spostato da forze leggere ma applicate a lungo.
4. la respirazione orale: se il bambino respira con la bocca, a causa di adenoidi e tonsille ingrossate, è possibile che si modifichi lo sviluppo delle ossa facciali
5. il tipo di alimentazione, specie se povera di cibi duri
La diagnosi di malocclusione richiede un attento esame clinico del paziente, osservazioni e misurazioni sui calchi in gesso delle sue arcate dentarie e la valutazione delle radiografie.
Alla diagnosi, che descrive l'anomalia riscontrata, segue il piano di trattamento, la traccia cioè delle linee generali di trattamento per riportare l'anomalia nell'ambito della norma clinica.
L'obiettivo del piano di trattamento potrà essere estetico o funzionale, oppure ambedue.
In ultimo si stabilisce la terapia effettiva, la scelta cioè degli apparecchi ortodontici (fissi o mobili) più idonei per realizzare gli obbiettivi del progetto di trattamento.
Gli apparecchi non provocano dolore ma solo un po’ di fastidio nel primo periodo della cura. Il trattamento dura in media 1 – 2 anni a seconda della gravità del caso e richiede una serie di controlli periodici quindicinali o mensili.
Al termine della cura, quando la situazione si presenta ottimale, segue sempre un periodo di “contenzione”, in genere effettuato con l’impiego di un apparecchio mobile, da indossare solo la notte, che serve a stabilizzare la situazione ed evitare che il caso recidivi.
Non ci sono limiti di età per spostare i denti (abbiamo effettuato trattamenti a scopo protesico anche a persone di 60 e più anni), mentre è possibile agire sulle ossa mascellari solo fino all’età dello sviluppo. Questo significa che per certe anomalie è necessario intervenire il più precocemente possibile senza aspettare il completo cambiamento della dentatura decidua, come molti credono.
Il termine ortodonzia significa "denti dritti", mentre malocclusione vuol dire "cattivo morso" , oppure, in altre parole, "cattiva relazione di contatto tra i denti dell'arcata superiore e quelli dell'arcata inferiore".
Anche se le malocclusioni non provocano gravi danni alla salute, possono comunque avere notevoli effetti negativi:
1. sulle relazioni sociali rendendo meno piacevole l’estetica del viso
2. sull’igiene orale rendendola più difficile ed aumentando il rischio di carie e gengivite
3. sulla masticazione innescando quei disturbi articolari così fastidiosi e di complicata risoluzione
La causa di molte malocclusioni va ricercata nella genetica del paziente, si parla quindi di cause ereditarie, ma altre si sviluppano per motivi cosiddetti "ambientali". A volte ambedue i fattori si associano, dando luogo ad alterazioni di crescita dei mascellari e di sviluppo della dentizione che determinano, in ultima istanza, disarmonie nella forma del viso e nell'estetica del sorriso, oltre a malattie a carico dell'apparato masticatorio (da qui gli altri nomi della branca che sono: ortopedia dento-facciale e ortognatodonzia). Tra i fattori di rischio di malocclusioni legati all’ambiente ricordiamo:
1. i traumi delle ossa mascellari che provocano uno sviluppo non regolare dello scheletro facciale
2. la perdita precoce di un dente da latte che può portare alla perdita dello spazio a disposizione per l’eruzione del corrispondente dente permanente
3. le abitudini viziate, come l’uso del succhiotto per troppo tempo, il succhiamento del dito, mrdicchiare le unghie o altri oggetti (penne e matite). Nel momento dell’eruzione, quando si trova a spuntare dalla gengiva, il dente può essere facilmente spostato da forze leggere ma applicate a lungo.
4. la respirazione orale: se il bambino respira con la bocca, a causa di adenoidi e tonsille ingrossate, è possibile che si modifichi lo sviluppo delle ossa facciali
5. il tipo di alimentazione, specie se povera di cibi duri
La diagnosi di malocclusione richiede un attento esame clinico del paziente, osservazioni e misurazioni sui calchi in gesso delle sue arcate dentarie e la valutazione delle radiografie.
Alla diagnosi, che descrive l'anomalia riscontrata, segue il piano di trattamento, la traccia cioè delle linee generali di trattamento per riportare l'anomalia nell'ambito della norma clinica.
L'obiettivo del piano di trattamento potrà essere estetico o funzionale, oppure ambedue.
In ultimo si stabilisce la terapia effettiva, la scelta cioè degli apparecchi ortodontici (fissi o mobili) più idonei per realizzare gli obbiettivi del progetto di trattamento.
Gli apparecchi non provocano dolore ma solo un po’ di fastidio nel primo periodo della cura. Il trattamento dura in media 1 – 2 anni a seconda della gravità del caso e richiede una serie di controlli periodici quindicinali o mensili.
Al termine della cura, quando la situazione si presenta ottimale, segue sempre un periodo di “contenzione”, in genere effettuato con l’impiego di un apparecchio mobile, da indossare solo la notte, che serve a stabilizzare la situazione ed evitare che il caso recidivi.
Non ci sono limiti di età per spostare i denti (abbiamo effettuato trattamenti a scopo protesico anche a persone di 60 e più anni), mentre è possibile agire sulle ossa mascellari solo fino all’età dello sviluppo. Questo significa che per certe anomalie è necessario intervenire il più precocemente possibile senza aspettare il completo cambiamento della dentatura decidua, come molti credono.